by Riccardo Esposito | 3 Oct 2014 | Digital PR |
Bella domanda. Tutti dicono che bisogna fare personal branding, che non puoi sopravvivere senza personal branding: il freelance deve impegnarsi in questo settore, ma anche il dipendente non può tirarsi indietro. Perché in questo mondo, lo sai bene, c’è un continuo rimettersi in gioco. Il posto di lavoro fisso, come quello al Comune, non esiste più. O comunque è raro, e tu devi essere in grado di contare sempre sul tuo nome. Un nome che deve essere ricco di significati. Sì, questo è il punto di partenza: inizia a ragionare in questi termini, inizia a pensare al tuo nome e cognome non solo come quella sigla che hanno scritto sulla carta d’identità ma come una sintesi del tuo curriculum. Pronunciare il tuo nome e cognome deve essere sinonimo di… bene, questo dipende dalle tue competenze. Quello che posso dirti è che c’è un punto di partenza ben preciso che io chiamo formazione. Studiale il personal branding Esatto. Prima di iniziare a fare personal branding devi studiare. Poi studierai anche in seguito, certo, ma devi iniziare da questo: devi iniziare dai libri, dai corsi, dai webinar, dagli interventi. Devi iniziare da chi ne sa più di te. Io qui ti consiglio di leggere almeno due ottimi libri: la pubblicazione di Sestyle con i quattro esercizi dell’IPER Formula e il grande Personal Branding di Luigi Centenaro che mette a disposizione anche uno schema per sviluppare la tua strategia. Ricorda che il tempo passato a studiare non è inutile. Guarda le persone che hanno successo: quello che costruiscono è dato proprio dal fatto che in passato hanno studiato. Anzi, hanno fatto formazione....
by Riccardo Esposito | 30 Sep 2014 | Strategie di Marketing |
L’errore è simile, non cambia mai: ogni soggetto (che sia azienda, freelance o libero professionista) confonde la creazione dei contenuti con l’attività di blogging. Devi creare contenuti? Inaugura un blog e inizia a scrivere: semplice. In realtà non è così che funziona: già da qualche tempo (e dopo l’intervento di Valerio Notarfrancesco al Webreevolution il concetto è ancora più chiaro) creare una content strategy non vuol dire solo pubblicare articoli nel blog aziendale. Questo è sicuramente uno dei punti di forza perché con la creazione e la pubblicazione di post puoi dar forza alla tua presenza online con uno strumento (apparentemente) semplice e immediato. Ma questo non basta: creare una content strategy vuol dire abbracciare tutti i canali necessari per ottenere i risultati sperati. Però vuoi iniziare dal blog perché è un buon punto di partenza. Devi solo scrivere in fin dei conti, giusto? Sbagliato. La creazione di un blog che faccia parte di una content strategy è subordinata alla riflessione che fa da base all’intera azione: chi vuoi raggiungere? Prima di pubblicare il primo articolo, infatti, devi conoscere i tuoi lettori. E li devi conoscere bene. Uno a uno. No, questo è un obiettivo assurdo ma il succo è questo: non puoi scrivere alla cieca, e più in generale non puoi creare una content strategy senza avere come riferimento un lettore ideale. Lettore ideale che, ben inteso, non esiste. Lo puoi immaginare prendendo come riferimento le informazioni che i potenziali utenti del tuo blog lasciano in rete: nei commenti dei blog di settore, nei forum, sui social (ma anche nelle statistiche). Quindi il primo step per creare una buona content...
by Danilo Polidori | 29 Sep 2014 | Eccellenze digitali Italiane |
Chi lavora nel mondo del personal branding o della SEO ha tante storie da raccontare: le aziende devono cogliere la sfida dei social, delle nuove strategie per posizionare il proprio sito web. E in questo scenario di continuo mutamento il web designer deve sviluppare strategie innovative, deve trasformare le sue competenze e metterle al servizio dello sviluppo di applicazioni web mobile. Inserirsi in un progetto completo per dare forma e sostanza a un’idea ben precisa non è facile. Ma Giacomo Freddi ci riesce, ed è per questo che che oggi l’ho inserito nelle eccellenze digitali di Mediabuzz. Chi sei e di cosa ti occupi? Ciao sono Giacomo Freddi, sviluppatore e web designer, blogger e web marketer, amo tutto quello che riguarda il web inteso come mezzo per aiutare gli altri a risolvere i problemi e centrare i propri obiettivi, oltre che grande opportunità di business. Mi occupo sia di consulenze dirette, come la realizzazione di siti ed applicazioni web “su misura” per le PMI e privati, che di formazione online. In particolare sto dedicando sempre di più il mio lavoro a questo secondo aspetto, proponendo guide di formazione in ambito dello sviluppo mobile ma soprattutto di web marketing, tramite i due siti web che gestisco personalmente: www.upcreative.net e www.internetbusinesscafe.it. Come hai iniziato? Ho intrapreso la mia carriera professionale come programmatore nel 2008, subito dopo essermi diplomato, dedicando i primissimi anni alla formazione personale in ambito dello sviluppo web e riservando pochissimo tempo per consulenze dirette. Grazie a questa “strategia (se così la possiamo chiamare) sono riuscito a padroneggiare i principali linguaggi di programmazione sia lato-server che lato-client, utilizzandoli anche...
by Riccardo Esposito | 26 Sep 2014 | Digital PR |
Ti piacerebbe essere Influencer? Sai, questa è una delle definizioni più introverse del web: uno specialista è una persona che si è concentrata su un determinato argomento, e ha fatto dei corsi per diventare sempre più esperto in un determinato settore. Ma un Influencer cosa è? Ha delle competenze? Spesso viene accusato di scarsa competenza, e viene rinchiuso in quella macro categoria dai risvolti negativi che risponde al nome di “guru”. Oggi, sul web, essere un guru vuol dire darsi delle arie, avere troppe cose da fare per mischiarsi con la plebe. In realtà non è così: l’influencer è una persona che viene seguita da un pubblico più o meno vasto e che viene apprezzata per le proprie idee o azioni. Io posso essere un influencer per un pubblico ristretto o vasto. Ed è proprio questa è la chiave: individuare un pubblico e parlare. Non pontificare, non dettare leggi e regole. L’influencer ha seguito un percorso, e mentre oggi appare inarrivabile in passato era un comune mortale che muoveva i primi passi nel social web. Ciò che ha fatto la differenza tra l’attuale influencer e tutti gli altri si ritrova in pochi elementi: la sua capacità di comunicare con un pubblico ben preciso, la presenza di idee chiare e non riciclate, la capacità di produrre e condividere contenuti di qualità. Perché comunicare con un pubblico è importante? Perché rivolgi lo sguardo a una persona ben precisa, e fai in modo che quest’ultima possa rivedere in te la sua persona. Io mi identifico nell’influencer, vorrei avvicinarmi a lui o a lei perché somiglia a me ma con una marcia in più....
by Riccardo Esposito | 24 Sep 2014 | MediaBuzz Blog, Social Marketing |
Che sarà mai Twitter? Un social network basato su una manciata di caratteri e con due o tre comandi non può essere difficile da utilizzare. E magari da spingere al massimo per creare interazioni virtuose. Così pensi anche tu? Mi dispiace, stai sbagliando. E stai sbagliando anche alla grande. Le realtà apparentemente semplici, nella maggior parte dei casi, nascondono una miriade di dettagli che devi conoscere per sfruttarle al massimo. Questo vale anche per Twitter, sai? 1. La ricerca avanzata Quando cerchi qualcosa su Twitter puoi sfruttare la ricerca interna, una ricerca che offre una versione avanzata per definire con maggior precisione i risultati. Questa ricerca avanzata si basa su una serie di operatori (simili a quelli di Google) che possono essere applicati anche alla ricerca base grazie alle giuste combinazioni. 2. Widget speciali Molti usano i widget ufficiali di Twitter per mostrare i propri messaggi sul blog o sul sito web. La classica cronologia, ecco, ed è un’ottima soluzione. Non tutti sanno, però, che Twitter propone anche altri widget: tra questi ci sono i moduli per mostrare i preferiti, un determinato hashtag (perfetto per gli eventi live), una lista, una ricerca, una cronologia personalizzata. Ti piacciono? Li puoi attivare e modificare da questa pagina. 3. Non solo retweet Di solito usiamo Twitter per creare conversazione, ma soprattutto per spingere i nostri contenuti. Ci sono diversi pulsanti (con o senza counter) per condividere un post su Twitter. Il migliore, almeno in termini di usabilità ed efficacia, è sicuramente quello ufficiale che puoi scaricare da questa risorsa. Sorpresa: non c’è solo il pulsante retweet. Twitter mette a disposizione anche pulsanti...
by Danilo Polidori | 22 Sep 2014 | Eccellenze digitali Italiane |
C’è un web che non aspetta, un web che corre veloce e che si aggiorna mese dopo mese. A volte gli intervalli sono anche più brevi, ma questo non interessa a chi ha dedicato la propria vita al Web Marketing. Ci sono gli esperti di personal branding come Sestyle e Riccardo Scandellari, c’è chi punta su Google Plus come Salvatore Russo e Michaela Matichecchia. In questo scenario si inserisce anche Dario Vignali, un business designer che viaggia tra le maglie del web. Dario aiuta le persone a realizzare i propri sogni: non è un lavoro fantastico questo? Secondo me sì. per questo ho deciso di intervistarlo e proporlo tra le Eccellenze Digitali Italiane. Chi sei e di cosa ti occupi? Dario Vignali, creativo, nato il 29 Novembre 1991. Queste sono le uniche formalità, per il resto mi piace definirmi viaggiatore. Al momento sto percorrendo due grandi viaggi: quello intorno al mondo (ma questa è un’altra storia) e quello che corrisponde con il mio attuale percorso imprenditoriale nel mercato dell’internet marketing. Come hai iniziato? Ai tempi del liceo aprii un blog ironico rivolto all’ambiente scolastico. Chiusi quel blog per aprirne un altro: volevo raccontare al mondo la mia passione per la biologia (passione che finì presto). Chiusi anche quel blog e ne aprii uno dedicato alla politica (ma di politica ne sapevo ben poco). Da quel momento in poi continuai ad aprire e chiudere blog riguardo agli argomenti più disparati. Finalmente capii: la mia passione non coincideva con gli argomenti trattati nei blog che creavo ma bensì con la loro vera e propria realizzazione. Non importava l’argomento, il tema o...
by Riccardo Esposito | 19 Sep 2014 | Content Marketing |
Uno dei principali problemi di ogni blogger che si rispetti? Trovare e organizzare nuove fonti. Fonti che sono importanti per la tua attività online. Attraverso le fonti, infatti, puoi mantenere il contatto con il tuo universo professionale, puoi trovare nuove idee (attenzione, non copiare) e puoi lavorare sul target: seguire le fonti è una componente fondamentale per scoprire i gusti del tuo pubblico. In primo luogo perché metti a fuoco gli argomenti affrontati dai tuoi colleghi, ma soprattutto perché puoi seguire le discussioni e le opinioni lasciate nei commenti. Ovvero espressione diretta dei tuoi potenziali lettori. Seguire le fonti è indispensabile, così come è indispensabile scoprire sempre indirizzi nuovi (che ovviamente devi valutare con cura). Vuoi sapere come faccio? Feedly Un feed render che ti aiuta a scoprire nuovi blog: ecco cosa è Feedly. Nella Home Page ti aspetta una classifica di blog e riviste online divisa per argomenti, e appena inserisci un indirizzo da archiviare Feedly si mette in moto. Ti suggerisce, in alto a destra, nuovi blog del settore. Ovviamente questa è solo la funzione accessoria di un feed render che mette ordine tra i tuoi aggiornamenti grazie a un articolato sistema di tag e cartelle. Scoop.it Questa piattaforma ti permette di selezionare e ripubblicare articoli scoperti in rete. È il principale strumento per fare content curation: crei una pagina dedicata a un argomento e la arricchisci con i contenuti più interessanti. Il mio consiglio: fai una ricerca e trova tutte le pagine su Scoop.it dedicate all’argomento. In questo modo puoi avere una selezione a monte, e sfogliare link già scelti da esperti del settore. Un consiglio: devi seguire solo...
by Riccardo Esposito | 15 Sep 2014 | Content Marketing |
Ormai è chiaro: su questo blog parliamo di Native Advertising. Cerchiamo di dare un quadro esaustivo dell’argomenti, di spiegare come questa forma di contenuti sponsorizzati siano ormai una realtà funzionale nel percorso editoriale. I classici banner nella sidebar, nell’area dedicata alle pubblicità, vengono ignorati. I contenuti di qualità, invece, vengono premiati. A patto che riescano a farsi notare dal lettore esigente: proporre un contenuto mediocre è una pessima idea, e il rischio di essere ignorati e triplo nel caso dei contenuti sponsorizzati. Detto in altre parole: la native advertising deve essere in target, deve avere una chiara identificazione e deve essere qualitativamente ineccepibile. Queste sono le condizioni indispensabili per ottenere buoni risultati con la native advertising, ma sai quali sono i motivi che spingono i brand a contattare i grandi media per lavorare in questo campo. La risposta si trova in questa infografica di contently.com: i motivi che spingono marketer e brand a scegliere la native advertising al posto di altre forme di pubblicità si dividono in 5 punti fondamentali. Il 67% degli intervistati non ha dubbi: sceglie la native advertising per raggiungere il proprio target con un messaggio adeguato, rilevante, degno di nota. All’interno di un progetto editoriale già avviato, questa forma di pubblicità si sviluppa in autonomia pur rimanendo significativa per il target di riferimento. Basta banner slavati e decontestualizzati! Con una percentuale del 63% si posiziona il secondo motivo per scegliere la native advertising: per aumentare l’engagement del consumatore. Ovvero per coinvolgere e chiamare in causa le persone a cui è diretto il messaggio. Anzi, le persone che dovrebbero acquistare il bene o il servizio pubblicizzato....
by Danilo Polidori | 13 Sep 2014 | Eccellenze digitali Italiane |
Difficile parlare di SEO oggi. La materia esige una specializzazione puntuale e un aggiornamento quasi giornaliero: ogni settimana c’è una novità da aggiungere alle proprie conoscenze. Per questo è di vitale importanza, per un’azienda, puntare su un SEO professionista. Per le eccellenze digitali MediaBuzz ne abbiamo intervistati tanti e abbiamo affrontato diversi argomenti legati alla Search Engine Optimization. Oggi abbiamo deciso di puntare sulla grande famiglia del Forum GT e di intervistare Andrea Pernici. Chi sei e di cosa ti occupi? Sono Andrea Pernici e mi occupo di Search Marketing in GT Idea oltre che della gestione e coordinamento dei progetti della community GT. Qualche altra informazioni su chi sono e cosa faccio la puoi trovare in questa intervista su WebHouse, sul mio profilo G+, oppure anche chiedendo direttamente a Google quando sono nato, dove sono nato e quanto sono alto 😉 Racconta ai lettori come hai iniziato. Ho già risposto in modo approfondito in questa intervista quindi potremmo inserire quel testo con un po’ di markup strutturato per far capire al motore che si tratta di un estratto, ma credo che il lettore interessato mi perdonerà il fatto di mandarlo continuamente a leggere altrove 😉 Sintetizzo con Smanettamento – Università – Forum GT – Confronto con colleghi – Formando altri perché come disse Seneca: “Gli uomini mentre insegnano imparano”. Meglio lavorare come un lupo solitario o in team? Dipende. Dipende molto da come sei e dipende molto da che tipo di lavoro devi fare. Lavorare in team è sempre più importante perché ci permette di scontrarci, confrontare idee, apprendere uno dall’altro e soprattutto beneficiare delle variegate competenze dei colleghi. Questo è importante sia nella fase di briefing...
by Riccardo Esposito | 12 Sep 2014 | Strategie di Marketing |
Una delle certezze incrollabili del tuo blog: la necessità di organizzare le pubblicazioni con un calendario editoriale. Ovvero con un modello capace di mettere ordine nel caos primordiale che regna nella mente di un blogger. Perché nella maggior parte dei casi questa è la realtà: un blogger, l’autore dei contenuti di una piattaforma personale o aziendale, non può gestire tutto a memoria. E non può neanche improvvisare ogni passo. Vero, il blogging viene dal cuore. Spesso si basa su un’improvvisazione, su un’idea appuntata al volo su un post-it e sviluppata durante le file e le attese di una giornata media. Sfruttare i tempi morti è indispensabile per il blogger, ma anche organizzare i contenuti è utile. In primo luogo per gestire gli argomenti, per non fossilizzare il blog su un unico tema. E poi per avere un quadro chiaro delle prossime azioni da intraprendere, soprattutto se il blog è aziendale e viene gestito insieme ad altri blogger. Ma è davvero così semplice creare un calendario editoriale? In linea di massima sì, puoi utilizzare un banale foglio di calcolo per gestire date e titoli. I più smaliziati usano Google Calendar o qualche plugin WordPress come Editorial Calendar, ma a volte non conta il mezzo. No, a volte conta il come si usa il mezzo. Ed è per questo che oggi voglio lasciarti 5 consigli per organizzare nel miglior modo possibile il calendario editoriale. Usa i colori All’interno del calendario editoriale puoi usare i colori per differenziare i titoli. Su Google Calendar, ad esempio, puoi dare un colore differente a ogni task mentre su un foglio di calcolo puoi colorare la casella....