Obiettivo social: MediaBuzz intervista Veronica Gentili

Obiettivo social: MediaBuzz intervista Veronica Gentili

Quando lavori nel settore Social Media Marketing devi muoverti a 360 gradi perché non c’è un’unica piattaforma da seguire: ce ne sono mille e ognuna può darti una mano in un modo differente, ognuna può essere fondamentale per raggiungere determinati scopi.

Certo, ci sono delle differenze. Non tutti i social hanno lo stesso peso. Uno però è quasi sempre presente nelle strategie social di un’azienda: Facebook. Per questo c’è una continua specializzazione in questo settore, per questo non puoi permetterti di puntare su una gestione mediocre della tua pagina Facebook.

Le aziende lo stanno (piano, piano) capendo: meno nipoti tuttofare, più professionisti come Veronica Gentili, protagonista della nostra intervista settimanale.

Chi sei e di cosa ti occupi?

Veronica Gentili, Web e Social Media Specialist: mi occupo di rendere la Rete in generale ed i Social Network in particolare una concreta opportunità di business e di crescita per brand, enti, persone e associazioni.

Come hai iniziato a lavorare nel SMM?

Ho sempre avuto una grande passione per la Rete e i Social Network fin da quando avevo 13 anni; mi affascinavano gli orizzonti che disegnavano questi nuovi ambienti, come cambiavano le modalità relazionali e di espressione delle persone, il mondo di possibilità che aprivano.

Arrivata a 23 mi sono detta: “Perché non coniugare la passione per il Web con l’altra mia grande passione, il marketing e la comunicazione?” Così è iniziato tutto.

Meglio Freelance o agenzia?

Hanno entrambi i loro pro e i suoi contro: come freelance hai la possibilità di gestirti come vuoi il lavoro, le collaborazioni, i tempi e gran parte di ciò che fai è legato alla tua attività di Personal Branding.

D’altro canto non hai uno stipendio assicurato a fine mese, il fatto di non avere orari in genere significa lavorare anche 10/12 h al giorno incluso il week-end e devi occuparti anche di tutti gli altri aspetti legati al fatto di essere “il boss di te stesso” (scartoffie burocratiche, fatture, beghe commerciali, etc).

Come dipendente, generalmente hai i tuoi orari fissi, le tue mansioni, non devi correre a destra e a manca alla ricerca di clienti ed hai il tuo stipendio garantito a fine mese (tempi duri a parte); di contro devi sottostare a regole, tempi e modalità di lavoro imposte dall’alto.

Non credo ci sia un meglio e un peggio, credo che molto dipenda dalle proprie capacità, attitudini , preferenze, obiettivi e contesto sociale; conosco varie persone che per molti anni sono state all’interno di un’agenzia per poi passare all’essere freelance o viceversa per i motivi più diversi (spesso legati a un bisogno di realizzazione o stabilità legati a quel periodo).

Facebook è veramente così importante per le aziende?

Spesso e volentieri è molto importante per le imprese  proprio perché è l’ambiente in cui i clienti e potenziali clienti sono più presenti, si confrontano, informano e raccontano di più; è quindi il luogo giusto per poterli incontrare e stabilire con loro una relazione business-oriented.

Nonostante questo però non è sempre detto che Facebook sia il social network “migliore” per qualsiasi settore o azienda; la centralità di Facebook è direttamente proporzionale a quanto questo social sia affine per target, obiettivi, mission, settore specifici di ogni brand.

Come si integra il SMM con il copy e la SEO?

A mio avviso l’unico modo per avere risultati concreti e importanti in Rete, nel medio e lungo periodo, è l’attivazione di un circolo virtuoso tra i vari strumenti/strategie/ambienti attivati; in particolare, SMM, Copy e SEO vanno a braccetto.

Il Copy permette di avere testi ben scritti, rilevanti e ingaggianti da poter proporre nei social e fornisce un terreno fertile sul quale lavorare lato SEO; la SEO aiuta a dare rilevanza al lavoro del Copy, fornisce un ponte alle persone che ti conoscono tramite Social e ti ritrovano nelle loro ricerche; il Social provvede a seminare i contenuti del Copy e porta traffico che, più o meno direttamente, influisce lato SEO.

Ognuno di questi 3 mondi è complementare, propedeutico e centrale per l’altro.

Native advertising e branded content mettono in pericolo l’autenticità di internet?

A mio avviso assolutamente no, a meno che l’accordo di trasparenza e fiducia reciproca accordato con il lettore venga meno; con un contenuto sponsorizzato secondo la formula del Native Advertising (da non confondere con il Pubbliredazionale!) è possibile avvicinare le persone al brand, coinvolgerle e farsi portavoce di valori positivi, tutte attività benefiche per il business in questione.

L’importante è che, sia chi vende servizi di Native Advertising sia il brand che si avvicina a questa nuova tipologia pubblicitaria, abbia ben chiaro di cosa si tratta e non venga mai meno al patto di trasparenza (implicito o esplicito) fatto con i lettori.

Va sempre specificato che si tratta di un contenuto sponsorizzato (gli stessi sponsored Tweet e gli Sponsored Post di Facebook rientrano nella categoria di “native advertising” e, come sai, viene sempre specificato che si tratta di contenuti sponsorizzati).

Viceversa, si rischia di cadere nel calderone delle “marchette non dichiarate” che creano diffidenza nel fruitore, sia nei confronti di chi fornisce il servizio che del brand.

Come cambia la presenza aziendale? 

La presenza aziendale sta evolvendo (anche se non sempre e non velocemente come dovrebbe, purtroppo) insieme alle esigenze delle persone, alle nuove modalità di relazione customer-brand, ai nuovi mezzi di comunicazione e modi di espressione;

il cliente, inteso come essere umano, universo di valori, bisogni, desideri e non come numero, è sempre più al centro dei processi aziendali e questo lo vediamo anche nelle nuove figure inserite e nuove sezioni create per ascoltare e rispondere alle persone in modo rapido ed efficace.

Ma non solo. Come sottolineava già Kotler “Il marketing è passato a invitare i consumatori a collaborare con l’impresa nello sviluppo dei prodotti e delle comunicazioni”, per cui è diventato fondamentale dare una dimensione concreta ai feedback che ogni giorno le persone forniscono alle aziende e tramutarli in azioni.

Oggi le imprese si stanno evolvendo verso una presenza centrata sulla persona, presenza che ha spinto ed è contemporaneamente spinta dall’avvento della Rete, dei Social e delle nuove modalità di espressione che hanno portato con loro; di qui il rinnovamento interno ed esterno che molte stanno facendo… e molte si dovranno apprestare a fare! 

Il progetto più importante per te?

Sento che deve ancora arrivare e io non vedo l’ora di “conoscerlo” e prendermene cura!

 

Danilo Polidori

Danilo Polidori, Online Media Manager e fondatore di MediaBuzz, inizia la sua giornata alle 6:00 am con una corsa di 50 minuti a Battersea Park durante la quale raccoglie idee ed energie per affrontare con positività la giornata. Crede con fermezza che lo sviluppo tecnologico, e dell’economia digitale, reppresenti l’occasione per internazionalizzare le eccellenze produttive del nostro paese e tornare grandi.

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