5 consigli per iniziare a fare storytelling

5 consigli per iniziare a fare storytelling

Oggi è importante per un’azienda fare storytelling perché (per fortuna) l’epoca dell’interruption marketing è finita. Basta pubblicità che interrompono i contenuti: ora la strada è spianata verso la narrazione, e le aziende capaci di creare branded content di qualità riusciranno a guadagnare l’attenzione del target.

Per questo, ovviamente, c’è bisogno di un team capace di sviluppare un buon lavoro nel campo dello storytelling. Perché uno dei problemi principali di questo settore è l’apparente semplicità: fare storytelling vuol dire raccontare una storia.

E tutti sanno raccontare una storia, giusto?

No, non è esattamente così. Ci sono delle differenze notevoli, ma soprattutto c’è bisogno di una cura maniacale nei confronti di dettagli apparentemente superflui. Qualche esempio? Ecco 5 consigli per iniziare a fare storytelling:

1. Conoscenza del brand

Impossibile fare storytelling se non c’è una rigorosa conoscenza del proprio brand, dei valori che attraversano l’azienda, delle azioni che svolge, degli obiettivi che vuole raggiungere.

Nella narrazione, nel tradurre un messaggio in immagini, musiche e parole, non si segue un copione scritto da uno sconosciuto: si veicolano dei valori precisi. Si comunica al pubblico l’essenza del progetto, e più in generale dell’azienda.

Quindi il primo passo per fare storytelling è questo: guardarsi in faccia, farsi delle domande precise. Chi siamo, dove stiamo andando, cosa vogliamo comunicare alle persone che ci ascoltano. E, soprattutto, quali sono i valori aziendali.

2. Attenzione all’attacco

L’inizio di una storia non può essere sottotono. Anzi, deve essere avvincente e deve catturare subito l’attenzione del pubblico. Un’attenzione che, come ben sai, non è infinita: è un bene scarso e difficile da guadagnare.

Per questo ogni storia di successo ha un obiettivo: catturare il pubblico con un attacco che lo coinvolga direttamente. E con questo passaggio andiamo al punto tre…

3. Focus sul target

Fare storytelling senza conoscere il target? Allontanarsi del pubblico con un linguaggio impersonale? No, non va bene. Chi fa storytelling parla a un pubblico preciso e fa tutto il possibile per avvicinarsi al destinatario: usa dei codici condivisi, sceglie un canale utilizzato dal potenziale pubblico, fa leva su valori condivisi.

In altre parole, per fare storytelling non devi parlare agli altri della tua attività, della tua azienda, dei tuoi obiettivi: devi parlare del pubblico, di cosa puoi fare di utile per il tuo target.

4. Mostra

Ancora un collegamento con il punto precedente: cosa puoi fare di utile per la tua audience? Non ti limitare a dirlo, mostralo. Mostra quello che puoi fare, come puoi migliorare la vita delle persone.

Ricordi il caso della pubblicità natalizia della Apple? Il ragazzo gira un video senza farsi notare e poi lo mostra ai parenti: c’è l’effetto emotivo, e funziona alla grande, ma con questa scena la Apple lascia un messaggio informativo: guarda che video puoi fare con un iPhone. Sono nitidi, chiari, e il montaggio può essere fatto da mobile. Senza particolari programmi.

5. Scegli il giusto canale

A te piace Youtube, vero? Non è detto che piaccia anche al tuo target. Vuoi lavorare su Instagram? Forse è ideale per il tuo pubblico. Ma prima di iniziare a fare storytelling devi trovare la soluzione adatta. Devi individuare e sviluppare il canale giusto.

E magari scartare quello che ti porta via risorse senza restituire niente. Anche tu hai fatto questa cernita? Hai scelto il canale adatto per fare storytelling? Stai seguendo questi consigli? Lascia idee e opinioni nei commenti.

Riccardo Esposito

Riccardo Esposito, webwriter e blogger freelance. Si occupa di scrittura online dal 2008: ha iniziato in agenzia e ora passa 14 ore al giorno davanti al monitor del suo iMac. Scrive ogni giorno (o quasi) sul suo blog My Social Web

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