C’è ancora tanto da dire sulle evoluzioni del web. Stiamo cercando di raggruppare le migliori opinioni, le voci più autorevoli del web. E lo stiamo facendo con interviste a specialisti appartenenti a settori diversi: SEO, Social, Branding…
L’ultima intervista l’abbiamo girata a Valentina Lepore, appassionata del settore Twitter. Oggi la parola passa a Michaela Matichecchia che ha un unico obiettivo: ottenere il meglio da Google Plus, la piattaforma di Mountain View che sta rivoluzionando il modo di intendere il web.
Ciao! Iniziamo dalle presentazioni: chi sei e di cosa ti occupi?
Ciao a tutti! Sono Michaela Matichecchia. La tentazione di presentarmi chiedendo di digitare il mio nome nella ricerca di Google, per ottenere la verifica del mio profilo Google+, è fortissima!
A parte gli scherzi, mi occupo di web marketing e di coordinare progetti di comunicazione digitale per l’agenzia web, tourtools.it, che ho fondato insieme a Daniele Sibaud.
Negli ultimi anni ho studiato da vicino Google Plus, il che spiega la battuta iniziale, fornendo consulenza e formazione ad aziende alla ricerca di maggiore visibilità e notorietà su internet.
Racconti ai lettori come hai iniziato?
Ho lasciato il mio lavoro fisso come ricercatrice ed edp negli istituti di ricerca di mercato, che pure mi piaceva tanto, e ho deciso di ricominciare. Cambiare tutto. Mi sono trasferita da Milano in Umbria. Dalla città alla campagna. Ho fatto diversi lavori per 2 anni, ho gestito agriturismi, curato il mio orto, venduto server e software gestionali.
Molti pensavano che avessi fatto della mia laurea carta straccia. Ma è così che ho capito! Quello che volevo fare era quello che sapevo fare con piacere, volevo seguire le mie passioni: web, marketing e comunicazione.
Per 6 mesi io e Daniele abbiamo lavorato al business plan. Abbiamo chiesto finanziamenti, li abbiamo ottenuti e siamo partiti per questa avventura che dura da più di 7 anni.
Come inizia la tua giornata? E come continua?
Ultimamente appena sveglia faccio 50 addominali. Caffellatte e biscotti. Co(r)se da mamma. Ufficio. Per programmare la giornata, calendario ed Evernote. Email. Telefono, social, progetti, preventivi … Faccio gli addominali per attutire i pugni nello stomaco di un calendario zeppo di “to do” che rincorro fino a notte.
Come, secondo te, sta cambiando il settore nel quale operi?
Il settore della comunicazione digitale si sta aprendo, espandendo velocemente e naturalmente verso una comunicazione cross-mediale e presto (ovvero ieri) parleremo solo di comunicazione.
Cerco di spiegarmi facendo riferimento sempre alla mia storia. Quando lavoravo negli istituti di ricerca, nei primi anni del millennio, iniziavamo a trattare le prime ricerche tramite CAWI – (Computer Assisted Web Interviewing), che ha segnato la mia passione per il web.
Le poche (grandi) aziende che utilizzavano le indagini sul web, lo facevano più per rilevare la customer satisfation, che per misurare i risultati di campagne pubblicitarie. Il grande problema della rilevazione sul web era il campione non significativo della popolazione.
Si riusciva ad indagare un target, quello della popolazione delle persone connesse, ma non si arrivava ad avere una distribuzione del campione coerente con quella della popolazione censita. Oggi l’attenzione delle aziende è fortemente rivolta alla popolazione connessa. Sono state le persone che, iniziando ad usare internet, hanno portato le aziende a comunicare online.
Chi si occupa di comunicazione dovrebbe sempre guardare queste statistiche dell’Istat sulla popolazione connessa e sulla sua distribuzione.
Più questa distribuzione (per fasce di età, sesso, localizzazione geografica) si avvicina a quella della popolazione censita, più internet, pur mantenendo le sue peculiarità – accesso bottom up e reciprocità – diventa uno strumento di comunicazione di massa come gli altri, sia in termini di diffusione, che di costi. Insomma non ci sono più barriere tra online ed offline anche nel marketing.
Per capirci, la frequenza di chi digita il mio nome sulla barra di Google, non determina la mia notorietà online, ma, semplicemente, la mia notorietà.
SEO, PR, Copywriters, Social Media: come si integra la tua professione in una digital strategy?
La mia professione è volta proprio a capire come si integrano le professioni, ovvero persone, strumenti e progettualità, in una digital strategy. Forse anche per questo Google Plus mi ha subito entusiasmato.
Google Plus: amore a prima vista? Parlaci di questa specializzazione.
Sì, amore a prima vista. Ci ho subito creduto. Lanciato come “progetto per condividere come nella vita reale”, Google Plus mi ha subito entusiasmato. Condivisione collaborativa, identità (di brand e persona), sistema aperto, integrazione: sono state le parole chiave che hanno acceso la scintilla.
Alcuni marketer prevedono che il 2014 sarà l’anno del ritorno del native advertising e branded content. Quali implicazioni?
Questa domanda mi fa pensare ai +post Ads . Native Advertising e Branded Content potranno trovare nei +Post Ads un punto d’incontro. Più che un ritorno, un’evoluzione, in cui la decontestualizzazione la farà da padrone.
Pensate ad un video YouTube di branded content inserito in un post di Google+. Immaginate di non promuoverlo più sulla piattaforma Google+, ma sul web. Si va oltre al native advertising.
Il 2014 potrebbe essere l’anno in cui la gestione (budget) dei social media passerà dal Marketing Department a PR e Customer Service. Credi il passaggio di responsabilità possa tradursi in un uso più effettivo (maggior engagement and ROI) della presenza aziendale sui social media?
Forse sarò in contro tendenza, ma non penso che passare la gestione al dipartimento PR e Customer Service possa essere fuoriero di maggior engagement e ROI. Ci sono aziende che già operano in questa modalità, su alcune piattaforme, anche se non a discapito del Marketing Department.
Quello che mi aspetto è la trasversalità della gestione dei social media tra diversi dipartimenti, di tutti i dipartimenti!
Tutte le persone dell’azienda devono essere coinvolte, tutti i dipartimenti possono dare un contributo, perché tutte le persone dell’azienda sono sui social network.
Quale è stato il progetto di maggior successo fino ad oggi? Perché?
Sicuramente con Google Plus ho avuto tante soddisfazioni in questi ultimi anni. Ma il successo è dipeso dalle aziende con cui ho lavorato, come nel caso di Agriturismo.com e Gommeblog.it. Il mio successo si limita ad aver trasmesso l’approccio strategico e le competenze giuste alle persone, in grado oggi di gestire in autonomia le pagine e comunicare la loro azienda con la loro voce.
Anche con il ramo sviluppo drupal di tourtools, grazie a Daniele, abbiamo raggiunto grandi risultati e stretto prestigiose partnership.
I maggiori successi sono stati quelli che hanno portato effettivamente un ritorno in termini di ROI veramente rilevanti. Di solito proprio con progetti a basso badget, come nel caso del il Relais Villa Acquaviva, La Locanda del Loggiato, l’hotel la Rocca di Assisi, RodBuilding Store, Romantic Houses, per citarne solo alcuni. Piccole aziende che hanno trovato nella comunicazione online un ottimo canale di vendita.
Personalmente invece posso dire di essere molto contenta del del Corso Google Plus #StartconPlus. La prima edizione di Perugia è stata coinvolgente, se non entusiasmante. Vedere poi le persone che hanno partecipato al corso operare in autonomia e riuscire ad emergere su Google+ per me costituisce un grande successo.
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