Dalla tecnica alle emozioni: intervista a Maria Pia De Marzo
Il bello del web è questo: puoi crearti una competenza su misura. Puoi incastrare le abilità che ruotano intorno a un progetto web come meglio credi, e creare un profilo professionale capace di esporre il meglio di te. Perché un’anima tecnica non può convivere con quella creativa? Perché una persona specializzata nella creazione di siti […]
Il bello del web è questo: puoi crearti una competenza su misura. Puoi incastrare le abilità che ruotano intorno a un progetto web come meglio credi, e creare un profilo professionale capace di esporre il meglio di te. Perché un’anima tecnica non può convivere con quella creativa? Perché una persona specializzata nella creazione di siti web non può, ad esempio, occuparsi anche di comunicazione, infografiche e community management? La risposta la trovi nell’intervista a Maria Pia De Marzo, anima di Web In Fermento insieme a Dario Ciracì. Chi sei e di cosa ti occupi? Un caro saluto al lettore, mi presento. Sono Maria Pia De Marzo classe ’83 e i miei ambiti di specializzazione sono abbastanza trasversali per il web. Dentro di me vivono un’anima tecnica che si esprime nella realizzazione di siti web, attualmente sono molto concentrata sulla componente responsive, e nella realizzazione di infografiche in ogni salsa (statiche, dinamiche e in parallax). Ma c’è anche un’anima comunicativa e emozionale che si esprime nel community managment che porto avanti con molto coinvolgimento sia per clienti che per progetti personali. Come hai iniziato ad occuparti di queste attività? Per quanto riguarda la parte tecnica, posso dire che sono nata così? La passione smodata per la tecnologia ha preso piede durante il periodo adolescenziale quando il mio papà mi ha fatto appassionare ai programmi di grafica e ai computer in genere. Proprio in questo periodo sono riuscita a comprendere quale sarebbe stato l’obiettivo di lavoro: diventare “web master”. Questo obiettivo ha preso piede quando ho deciso di formarmi per farlo e, dopo gli studi universitari di informatica ed un master,...Intervista a Francesco Russo, social media strategist e blogger
Oggi tutti parlano di blogging, di social media. E tutti suggeriscono all’azienda di portare la propria voce online, di comunicare con il proprio pubblico e di convincere i potenziali acquirenti grazie alle tecnologie social. Un esempio? Facebook, Twitter, Google Plus e, soprattutto, il blog. Perfetto, questa è la strada da seguire. A patto che tutto sia […]
Oggi tutti parlano di blogging, di social media. E tutti suggeriscono all’azienda di portare la propria voce online, di comunicare con il proprio pubblico e di convincere i potenziali acquirenti grazie alle tecnologie social. Un esempio? Facebook, Twitter, Google Plus e, soprattutto, il blog. Perfetto, questa è la strada da seguire. A patto che tutto sia seguito da una strategia. Questa è l’idea che condivide anche Francesco Russo (per gli amici Franz), blogger di lunga data ed esperto di web marketing e social media strategist. Ovvero uno che di comunicazione digitale se ne intende! Ecco perché lo abbiamo intervistato. Chi sei e di cosa ti occupi? Sono Franz Russo, mi occupo di consulenza web e di social media marketing. Nasco come blogger con In Time – Condivido per comunicare con cui racconto ciò che faccio e ciò che conosco, guardando e raccontando come la comunicazione digitale si sta evolvendo. Racconta la tua giornata lavorativa La creazione di contenuti occupa buona parte della mia giornata che inizia proprio con la consultazione di fonti e con la raccolta di tutto ciò che reputo interessante. Poi li seleziono e comincio con la creazione vera e propria dei contenuti per il mio blog e per i siti con cui collaboro. Ovviamente un’altra buona parte della giornata la dedico ai Social Media, sia come attività di diffusione dei contenuti ma anche come momento di confronto con le community e anche per mettere in pratica operazioni strategiche. Meglio Freelance o agenzia? Essere freelance offre molto più libertà di azione e quindi di poter in un certo senso scegliere come e con chi lavorare. Se si lavora con metodo e dedizione...Obiettivo social: MediaBuzz intervista Veronica Gentili
Quando lavori nel settore Social Media Marketing devi muoverti a 360 gradi perché non c’è un’unica piattaforma da seguire: ce ne sono mille e ognuna può darti una mano in un modo differente, ognuna può essere fondamentale per raggiungere determinati scopi. Certo, ci sono delle differenze. Non tutti i social hanno lo stesso peso. Uno […]
Quando lavori nel settore Social Media Marketing devi muoverti a 360 gradi perché non c’è un’unica piattaforma da seguire: ce ne sono mille e ognuna può darti una mano in un modo differente, ognuna può essere fondamentale per raggiungere determinati scopi. Certo, ci sono delle differenze. Non tutti i social hanno lo stesso peso. Uno però è quasi sempre presente nelle strategie social di un’azienda: Facebook. Per questo c’è una continua specializzazione in questo settore, per questo non puoi permetterti di puntare su una gestione mediocre della tua pagina Facebook. Le aziende lo stanno (piano, piano) capendo: meno nipoti tuttofare, più professionisti come Veronica Gentili, protagonista della nostra intervista settimanale. Chi sei e di cosa ti occupi? Veronica Gentili, Web e Social Media Specialist: mi occupo di rendere la Rete in generale ed i Social Network in particolare una concreta opportunità di business e di crescita per brand, enti, persone e associazioni. Come hai iniziato a lavorare nel SMM? Ho sempre avuto una grande passione per la Rete e i Social Network fin da quando avevo 13 anni; mi affascinavano gli orizzonti che disegnavano questi nuovi ambienti, come cambiavano le modalità relazionali e di espressione delle persone, il mondo di possibilità che aprivano. Arrivata a 23 mi sono detta: “Perché non coniugare la passione per il Web con l’altra mia grande passione, il marketing e la comunicazione?” Così è iniziato tutto. Meglio Freelance o agenzia? Hanno entrambi i loro pro e i suoi contro: come freelance hai la possibilità di gestirti come vuoi il lavoro, le collaborazioni, i tempi e gran parte di ciò che fai è legato alla tua attività di...Quando la SEO diventa scienza: Ivano Di Biasi su MediaBuzz
Ci sono delle competenze che non puoi definire dal nulla: ci sono esperienze che nascono dai chilometri percorsi, dalle battaglie vinte e da quelle perse. Questo vale anche per chi lavora nel mondo del web marketing, e in particolar modo in quello della SEO. Il motivo? Forse perché si ragiona in termini di sfida: ho un […]
Ci sono delle competenze che non puoi definire dal nulla: ci sono esperienze che nascono dai chilometri percorsi, dalle battaglie vinte e da quelle perse. Questo vale anche per chi lavora nel mondo del web marketing, e in particolar modo in quello della SEO. Il motivo? Forse perché si ragiona in termini di sfida: ho un progetto, ho un obiettivo e devo fare di tutto per ottenere il risultato. Con qualsiasi mezzo. Ecco perché oggi abbiamo deciso di intervistare Ivano Di Biasi, CEO di Seo Cube e ideatore di un software che può fare la differenza. Chi sei e di cosa ti occupi Le persone che ho conosciuto negli ultimi anni direbbero sicuramente che sono un SEO, ma devo dire che l’ottimizzazione per i motori di ricerca è solo una passione abbastanza recente in cui ho avuto la fortuna o il merito di riscuotere un notevole successo. Ad oggi gestisco con il mio socio, Giuseppe Liguori, una delle più belle realtà italiane nel settore dell’inbound marketing organizzando qualsiasi aspetto dalla realizzazione di siti web alla SEO, link building, content marketing e campagne social. Come hai iniziato la tua attività? La mia attività è iniziata nel 1999 con la RYHAB Solutions, la mia prima azienda, nata per sviluppare videogame e applicazioni di realtà virtuale ma poi abbiamo cambiato strada per svariati motivi, anche se a dire il vero non vedo l’ora che mi arrivino gli Oculus Rift che ho ordinato un paio di mesi fa. Se vogliamo invece essere precisi e parlare di come sia iniziata la mia attività odierna, quella nel mondo della SEO, dobbiamo tornare al 2007 quando il mio...Meglio l’inbound marketing? La parola a Dario Ciracì
Cosa significa oggi lavorare sul web? Cosa significa acquisire le competenze necessarie per operare in un settore come quello del marketing che passa attraverso le maglie di Facebook, Twitter, Google Plus e i vari motori di ricerca? Basta fare SEO? Basta fare Native Advertising? Oppure dobbiamo puntare sull’inbound marketing, ovvero su quella forma di pubblicità che […]
Cosa significa oggi lavorare sul web? Cosa significa acquisire le competenze necessarie per operare in un settore come quello del marketing che passa attraverso le maglie di Facebook, Twitter, Google Plus e i vari motori di ricerca? Basta fare SEO? Basta fare Native Advertising? Oppure dobbiamo puntare sull’inbound marketing, ovvero su quella forma di pubblicità che tende a creare contenuti interessanti che si facciano trovare da una determinata nicchia? La conversazione è interessante: la parola a Dario Ciracì. Chi sei e di cosa ti occupi? Mi chiamo Dario Ciracì, ho 31 anni e mi occupo principalmente di sviluppare e seguire strategicamente e operativamente progetti di web marketing che abbiano l’obiettivo di aumentare la visibilità organica di un brand nel web. Le mie aree operative sono quindi principalmente Social Media, SEO e Content Marketing, attraverso le quali, assieme al mio team, sviluppo la brand awareness e identity e la visibilità organica nei motori di ricerca sia di aziende sconosciute, che di aziende già note. Come hai iniziato? Ho iniziato ad avvicinarmi a questo mondo nel 2008. I miei studi in Economia e Marketing mi hanno dato le basi che poi mi sono state utile per approcciare e comprendere in modo veloce l’utilizzo dei Social Media nei processi di marketing delle aziende. I miei studi mi hanno spinto inoltre a sviluppare un brand che rappresentasse la mia stessa attività, cosa che ho perseguito con Webinfermento. Successivamente ho scoperto la stessa passione anche per i motori di ricerca, prediligendo sempre strategie del tutto naturali e legate all’inbound marketing e allo sviluppo e crescita del brand, piuttosto che forzature innaturali spesso sotto i riflettori...