Ripeti con me questa parola: contenuti. Ancora una volta: con-te.-nu-ti. Sai di cosa sto parlando, vero? Certo. Di parole pubblicate su un sito web o su un blog. L’articolo che stai leggendo, ad esempio, è un contenuto.
Perfetto, nessuno lo mette in dubbio. L’articolo è un contenuto, un contenuto valido e interessante agli occhi dei lettori. Ma c’è dell’altro. Non basta scrivere su un blog per definire una strategia di Content Marketing. Non basta pubblicare articoli e ricondividere sui nostri profili social i contenuti firmati di proprio pugno.

No, non basta. Qualche giorno fa ho ascoltato gli interventi dei miei colleghi al WebReevolution e la strada tracciata nel settore dei contenuti va in una direzione completamente diversa.
User Experience dei testi
La prima presentazione che ho ascoltato, ad esempio, è stata quella di Valentina Falcinelli – amica, collega e già ospite nelle interviste di MediaBuzz. Il titolo della presentazione è di quelli che attirano l’attenzione: Karate UX, come un copy ti butta giù un testo muro di cemento.
Argomento? Come modificare la presentazione dei testi in un’ottica di user experience. Ovvero come fare in modo che i testi siano realmente appetibili, facili da digerire. Non a caso Valentina, nella presentazione, fa la differenza tra una peperonata (il testo che arriva come un muro di parole) e una bella insalata caprese (testo pronto per la lettura).
Le righe lunghe aumentano lo sforzo cognitivo. #webreevolution @valefalci pic.twitter.com/natRo2NDCf
— Pennamontata (@Pennamontata) 4 Luglio 2014
Gli ingredienti di questo lifting: lavoro sugli spazi, quelli tra le parole che devono essere uguali e quelli di interlinea, allineamento a sinistra, immagini solo quando servono (nessuno muore se non ci si i immagini), sintesi per introdurre l’argomento al lettore, titoli vicini al paragrafo di riferimento e stop ai titoli fluttuanti.
In altre parole c’è un lavoro per la stesura e uno per la preparazione del testo, per fare in modo che sia realmente apprezzato e letto fino in fondo. Attenzione: questa è un’operazione da svolgere insieme al web designer che dovrà aiutarti a modificare l’estetica del blog.
Una vera Content Strategy
Il testo, quindi, prende come riferimento anche la buona forma. Il contenuto è il re, il contenuto è importante. Ma il contenuto non è solo quello offerto dai blog.
Troppe volte si pensa a una strategia dei contenuti come un surrogato del blog.Valerio Notarfrancesco, sempre dello staff Pennamontata, illumina il percorso verso la differenziazione dei contenuti. Nome dell’intervento: da SEO a SEO, come usare in pratica il Content Marketing.
Parlare di content strategy vuol dire lavorare sul calendario editoriale del blog, ma anche sui contenuti video, sui PDF da ottimizzare con la stessa cura di una pagina web, sui file che si possono regalare ai lettori per fidelizzare, viralizzare e generare lead.
Content marketing: il blog è la base ma puoi fare molto di più #webreevolution di @vnotarfrancesco
— Riccardo Esposito (@RiccardoE) 4 Luglio 2014
Content marketing: puntare sui contenuti PDF ottimizzati #webreevolution con @vnotarfrancesco
— Riccardo Esposito (@RiccardoE) 4 Luglio 2014
Una particolare attenzione bisogna prestare alle applicazioni che, pur non avendo dei rimandi ufficiali al sito, creano attenzione intorno al brand. Valerio fa l’esempio dell’app Barilla che permette di trovare nuove ricette, monitorare il tempo di cottura, scegliere la pasta ideale per ogni abbinamento.
Anche le infografiche fanno parte di una content strategy? Sì, ma attenzione perché Google prende provvedimenti con chi esagera e cerca di usare questo strumento per andare contro le sue regole.
Condividere la qualità
Contenuti creati. Bene ora devi solo condividerli. Dove? Google Plus è un’ottima soluzione per dare risalto ai tuoi lavori, ma c’è un dettaglio: più condividi e più avrai la forza necessaria per dare risalto al tuo contenuto.
A definire questa linea è Maurizio Ceravolo che ha analizzato circa 430 siti del settore web marketing ed è riuscito a individuare, attraverso una ricerca condotta con Google Ripples e Google+ API, gli utenti più importanti su Google+.
Per diventare importante su G+ devi creare articoli davvero originali e utili. Devi lavorarci su. Maurizio Ceravolo a #WebReevolution
— Pennamontata (@Pennamontata) 4 Luglio 2014
Sempre, ovviamente, in un determinato settore. E il risultato è stato interessante perché il dato più importante riguarda la condivisione: più condividi contenuti di qualità e più diventi risorsa utile per i tuoi lettori.
Ovvero risorsa da seguire e da commentare, da apprezzare e suggerire.
La creazione dei contenuti è importante, ma non deve essere finalizzata solo alla quantità o alla qualità del singolo post: un blogger proteso verso gli sviluppi della propria attività deve essere in grado di interagire con un web designer per formattare al meglio i testi.
Ma deve anche saper lavorare fianco a fianco con un SEO per ottimizzare la pubblicazione di PDF, con un videomaker per creare contenuti video. E deve essere in grado di pianificare una strategia social per integrare i contenuti del blog con quelli necessari per dare valore al suo profilo.















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