Quanto vale una condivisione?

Quanto vale una condivisione?

Molto. Una condivisione ha un gran valore. Rappresenta il giudizio (tutto sommato) positivo nei confronti del tuo operato. Una condivisione (che sia fatta attraverso Facebook, Google Plus o Twitter non ha importanza in questa sede) racchiude una scelta interessata al tuo lavoro. Al lavoro che hai svolto nel corso dei mesi, degli anni. Sì perché la condivisione del contenuto non veicola solo l’articolo: condivide la tua idea, il tuo progetto, la tua visione. In un articolo non c’è solo il contenuto scritto, ma anche quello non scritto. E questo contenuto non nasce in un giorno o due, non si formano in poche ore. Chi condivide il tuo post condivide (in linea di massima) il tuo modo di vedere un determinato argomento. Condivide un’idea, non solo una combinazione di consonanti e vocali. La condivisione è arricchimento dell’altro, arricchimento di chi riceve. Ma è anche azione gradita da chi viene condiviso. Per questo dovrebbe essere ripagata con una parola gentile. Con un grazie. Sui social è facile, basta lasciare un commento. Non sempre è possibile a causa del tempo: io a volte non riesco a ringraziare tutte le persone che condividono i miei post. Chi mi conosce, però, sa che sono grato a ogni singola persona che mi dedica attenzione. Perché conosco il vero valore di una condivisione. Un valore che – da un punto di vista squisitamente tecnico – si divide in due rami distinti e separati: la diffusione del contenuto che hai creato e quella del tuo nome, del tuo brand. La diffusione del contenuto è fine a sé stessa: permette al link di farsi cliccare e al messaggio...
7 modi per sfruttare le immagini su Facebook

7 modi per sfruttare le immagini su Facebook

L’importanza delle immagini nel social media marketing è ormai cosa nota. In un web sempre più congestionato e gonfio di informazioni tu devi attirare l’attenzione del follower o del fan. Delle persone. Come? Con Le immagini, mi sembra ovvio. Beh, ovvio è una parola grossa. Non ci sono solo le immagini, la faretra del social […]

L’importanza delle immagini nel social media marketing è ormai cosa nota. In un web sempre più congestionato e gonfio di informazioni tu devi attirare l’attenzione del follower o del fan. Delle persone. Come? Con Le immagini, mi sembra ovvio. Beh, ovvio è una parola grossa. Non ci sono solo le immagini, la faretra del social media marketer è piena di frecce (vuoi forse sminuire l’importanza della scrittura?) ma è un dato acquisito che le immagini fanno bene ai social. Fanno bene a Twitter, a Google Plus e a Facebook. Soprattutto a Facebook. Lasciare solo questa informazione però vuol dire abbandonare i contenuti al proprio destino. Vuol dire improvvisare. Basta pubblicare un’immagine accattivante (magari un gattino) per trovare il Santo Graal del visual content? Non è così. Le immagini possono essere usate in mille modi diversi su Facebook. Ecco la prova tangibile. 1. Sfruttare gli stereotipi Se ti rivolgi a una categoria di professionisti o a un target con un buon senso dell’umorismo (non sempre è presente questo dettaglio, eh) puoi utilizzare le immagini per fare leva sugli stereotipi, su elementi divertenti che fanno parte dell’esistenza del target stesso. I meme sono perfetti. Attraverso immagini codificate e condivise da un pubblico più o meno ampio puoi far leva sull’ironia e trasformare un’immagine in qualcosa di piacevole da condividere. Per creare il tuo meme ci sono diversi strumenti online: io preferisco Meme Generator, legato a un ottimo catalogo. 2. Coinvolgere il pubblico Un trucco che uso spesso. Se lavori con un bene è molto semplice: basta mettere due oggetti a confronto e chiedere ai fan di scegliere. Magari con una motivazione. L’oggetto...
6 elementi che non puoi sottovalutare in un post

6 elementi che non puoi sottovalutare in un post

Devi lavorare sodo per avere successo nel mondo del blogging. Devi avere anche fiuto, devi capire al volo qual è l’argomento da pubblicare. Ma devi anche mantenere la barra e scrivere senza perdere il tuo stile. In altre parole è un lavoro duro, impegnativo. Niente paura. Per migliorare il tuo post devi seguire poche linee guida. […]

Devi lavorare sodo per avere successo nel mondo del blogging. Devi avere anche fiuto, devi capire al volo qual è l’argomento da pubblicare. Ma devi anche mantenere la barra e scrivere senza perdere il tuo stile. In altre parole è un lavoro duro, impegnativo. Niente paura. Per migliorare il tuo post devi seguire poche linee guida. Voglio dire… i dettagli da curare sono tanti, soprattutto quando lavori con il blogging aziendale, ma i pilastri si contano sulle dita di una mano. Anzi, una mano e un pollice. Ecco 6 elementi, presi dall’ottima infografica di Quicksprout, che non puoi assolutamente ignorare quando pubblichi un post. Immagini accattivanti Sembra banale, vero? Eppure il web è pieno di blogger che sottovalutano la forza delle immagini. Il lettore accoglie il contenuto nella sua totalità, e valuta la presenza delle immagini in modo positivo o negativo. Tutto dipende dalla tua scelta. Ti consiglio di usare foto di qualità, di ottimizzarle per i motori di ricerca e di alleggerirle il più possibile senza perdere la qualità. Ma soprattutto devi rispettare la connessione semantica tra soggetto dell’immagine e testo. Questo significa che non devi scegliere immagini accattivanti ma slegate dai contenuti scritti: le immagini devono essere sempre contestualizzate. Altrimenti perdono significato e diventano solo un ostacolo alla lettura. Cura il design Esatto. Non basta scegliere una buona immagine per dare credibilità al tuo post. Assicurati che tutti gli elementi del design siano in linea con le esigenze del lettore. In particolare controlla che il tema responsive non deformi gli elementi sui vari monitor. Avere un blog responsive è indispensabile, ma anche la cura dei dettagli. I pulsanti per...
Usa la Hello Bar di WordPress per convertire e fare lead generation

Usa la Hello Bar di WordPress per convertire e fare lead generation

I lettori del tuo blog sfuggono, non rispondono agli stimoli. Ma soprattutto ignorano il banner. Il caro vecchio banner nella sidebar è utile, certo, ma lo stesso Tagliaerbe ha dedicato diversi articoli (eccone uno) ai problemi che affliggono questa soluzione. Perché non provi a cambiare direzione? Perché non scegli un metodo alternativo? Magari puoi mandare in […]

I lettori del tuo blog sfuggono, non rispondono agli stimoli. Ma soprattutto ignorano il banner. Il caro vecchio banner nella sidebar è utile, certo, ma lo stesso Tagliaerbe ha dedicato diversi articoli (eccone uno) ai problemi che affliggono questa soluzione. Perché non provi a cambiare direzione? Perché non scegli un metodo alternativo? Magari puoi mandare in pensione i banner (o quantomeno diminuirne l’uso) e usare una Hello Bar per promuovere i contenuti più importanti. Sai cosa è la Hello Bar? Una barra di notifiche che si inserisce nella parte alta dell’header, praticamente sul bordo dello schermo, per inserire un messaggio. Un messaggio importante. Attraverso questo strumento puoi attirare l’attenzione del lettore verso un contenuto interessante, verso un pagina che ti sta a cuore. Ci sono mille modi per sfruttare la forza della Hello Bar ma le strade si ricongiungono in tre grandi filoni. Traffico La prima soluzione per sfruttare la Hello bar è semplice: portare traffico a una pagina intera o esterna. La barra si posiziona in alto e attira subito l’attenzione: la presenza di un bottone Call to Action personalizzabile migliora le performance. La possibilità di scegliere colori, invece, adatta questo elemento al design del blog. La Hello Bar può essere presente su ogni pagina del blog, oppure puoi selezionare le risorse. Da sfruttare soprattutto per: Promuovere una landing page o un articolo. Far conoscere una nuova risorsa del tuo network. Aumentare le vendite di un prodotto o un servizio.   Contatti Una delle funzioni più interessanti della Hello Bar: la possibilità di raccogliere contatti email. Sai bene che la newsletter è uno dei mezzi più efficaci – Email marketing has...
Tutto quello che devi sapere per aumentare i follower di Google Plus

Tutto quello che devi sapere per aumentare i follower di Google Plus

Esatto, Google Plus deve essere inserito nella tua strategia di web marketing? Sempre e comunque? Dipende. Ogni strategia ha caratteristiche ed esigenze particolari, ma ormai il potere di Google Plus e chiaro, netto, evidente. In primo luogo nella serp: i risultati della serp saranno influenzati dai contenuti condivisi dalla persone che hai accerchiato. Cioè dalle […]

Esatto, Google Plus deve essere inserito nella tua strategia di web marketing? Sempre e comunque? Dipende. Ogni strategia ha caratteristiche ed esigenze particolari, ma ormai il potere di Google Plus e chiaro, netto, evidente. In primo luogo nella serp: i risultati della serp saranno influenzati dai contenuti condivisi dalla persone che hai accerchiato. Cioè dalle persone che stai seguendo. Fantastico, vero? Ecco perché il tuo obiettivo – o almeno uno dei tuoi obiettivi – è aumentare il numero di follower, il numero di persone che che inseriscono il tuo contatto nelle proprie cerchie. Missione impossibile? No, l’obiettivo si può raggiungere. A patto che tu segua una manciata di passaggi. Badge Il primo modo per dare visibilità al tuo profilo o alla tua pagina Google Plus: devi inserire un badge nel sito web. Attenzione, non una semplice icona con link a G+ ma un widget che permetta di inserire il tuo contatto nelle cerchie senza abbandonare la pagina. Nel web c’è questa regola: gli utenti devono svolgere un’operazione nel modo più semplice possibile. Minore è il numero dei passaggi e meglio è. Per questo il badge ha una marcia in più: il pulsante ti permette di inserire il contatto in una delle tue cerchie e puoi continuare la navigazione senza ulteriori complicazioni. Se proprio non vuoi rinunciare all’icona Google Plus puoi inserirla nella pagina dedicata ai contatti o nella biografia di ogni post. In questo modo le persone leggono il tuo articolo, lo apprezzano (quindi hai una spinta in più per scrivere contenuti di qualità) e ti inseriscono nelle cerchie. Embedded Gli embedded dei post Google Plus hanno un gran vantaggio:...
5 trucchi da vero persuasive copy

5 trucchi da vero persuasive copy

Un buon hosting ha un compito ben preciso: ospitare le tue risorse e permettere al tuo sito web di essere reperibile. L’utente si connette, il browser entra in funzione e il sito appare nella finestra. Il server risponde alla perfezione e tutto va nel migliore dei modi. Ora è il turno del design, dell’interfaccia e […]

Un buon hosting ha un compito ben preciso: ospitare le tue risorse e permettere al tuo sito web di essere reperibile. L’utente si connette, il browser entra in funzione e il sito appare nella finestra. Il server risponde alla perfezione e tutto va nel migliore dei modi. Ora è il turno del design, dell’interfaccia e dell’usabilità: ora devi accogliere il pubblico in un ambiente friendly, facile da navigare, piacevole. I colori devono veicolare un significato. E il testo? Il testo ha un compito ben preciso: convincere. Anzi, persuadere. Servono descrizioni del prodotto e del servizio, certo, ma anche in questo caso c’è un obiettivo: convincere il lettore, modificare idee e infrangere pregiudizi. Impossibile? Beh, basta dare informazioni utile e usare un po’ di persuasive copy. Vuoi qualche esempio? 1. Riprova sociale Iniziamo dalla base. La riprova sociale è quel principio che porta gli individui a considerare con una luce migliore ciò che viene apprezzato da altre persone. È lo stesso principio che si cela alla base dei counter al fianco dei bottoni social. Come si declina questa leva nel mondo copy? Con i testimonial, ovvero persone che hanno già provato il prodotto o il servizio e decidono di lasciare opinioni positive. Ovviamente maggiore è il potere sociale delle persone che lasciano la propria opinione e meglio è. Qualche consiglio per far funzionare al meglio i testimonial: accompagna le parole con i volti umani, usa nome e cognome, inserisci un indirizzo o un riferimento che permetta al testimonial di essere rintracciato. Lascia sempre che sia la verità a parlare. 2. Scarsità Le persone hanno una gran paura del tempo che scorre. Di...