Personal Branding e Brand Coaching: intervista a Sestyle
Cosa è il brand per te? Un’identità, un marchio, un valore da sfruttare per convincere i clienti che tu hai le carte in regola per svolgere un determinato lavoro? Difficile dare una definizione che abbracci tutti i significati (diretti e indiretti) legati a questa parola. La certezza è un’altra: hai bisogno di un professionista per […]
Cosa è il brand per te? Un’identità, un marchio, un valore da sfruttare per convincere i clienti che tu hai le carte in regola per svolgere un determinato lavoro? Difficile dare una definizione che abbracci tutti i significati (diretti e indiretti) legati a questa parola. La certezza è un’altra: hai bisogno di un professionista per sfruttare al massimo il tuo brand. Hai bisogni di un professionista quando devi ottimizzare la tua presenza online e offline. Hai bisogno di un professionista quando devi chiedere il massimo alla tua azienda. Solo un professionista? Meglio due. Per questo oggi ho deciso di intervistare Enrico Bisetto e Damiano Bordignon di Sestyle, agenzia specializzata in Personal Branding e Brand Coaching. Chi siete e di cosa vi occupate? Damiano Bordignon & Enrico Bisetto e ci occupiamo di Personal Branding, Brand Coaching, Digital Strategy e Formazione. Approcci e attività complementari che hanno un unico denominatore: aiutare ciascuno a fare di se stesso la chiave del proprio successo. Come avete iniziato? L’avventura di Sestyle è iniziata nella primavera di 4 anni fa. Entrambi avevamo una grande passione per aspetti diversi della comunicazione, capivamo che attraverso il Web si stava mettendo in moto una grande rivoluzione e volevamo utilizzare le nostre competenze e modalità per aiutare professionisti e aziende a trovare il loro posto o a “rilanciarsi” nel nuovo mercato che cominciava a delinearsi. Una volta avviata una presenza online come Sestyle, i primi mesi sono stati soprattutto di ascolto e poi di dialogo. Così come avviene quando ti “trasferisci” fisicamente in un nuovo quartiere, è buona prassi capire innanzitutto quali usi e abitudini ci sono in quel...
Rete, connessioni e #futurosemplice: intervista a Rosa Giuffrè
Non basta essere digitali per avere successo sul web. La rete è un universo strano, difficile da decifrare, fatto di continui cambi e sfumature differenti. Quello che può essere utile a me, probabilmente, non avrà effetto nel tuo progetto. E vivecersa. Un sito web, una pagina Facebook, un account Twitter: inizia a pubblicare contenuti e cosa […]
Non basta essere digitali per avere successo sul web. La rete è un universo strano, difficile da decifrare, fatto di continui cambi e sfumature differenti. Quello che può essere utile a me, probabilmente, non avrà effetto nel tuo progetto. E vivecersa. Un sito web, una pagina Facebook, un account Twitter: inizia a pubblicare contenuti e cosa ottieni? Niente. Forse devi fare un evento offline per amalgamare il tutto, per creare nuove connessioni, nuove sinergie. Sembra facile vero? Non lo è. Per questo oggi ci sono persone come Rosa Giuffrè che hanno tanto da offrire alle PMI. E tanto da raccontare alle interviste come quella di Mediabuzz. Ciao! Ci racconti chi sei? Sono Rosa Giuffrè, Communication Consultant, Social Event Planner di Como. Sono un’ambasciatrice della cultura Social e del #comunicarepositivo, per questo mi occupo anche di networking strategico, Digital PR e formazione per aziende, PMI e associazioni in tutta Italia. Mi trovi sul mio blog “Futurosemplice.net (www.futurosemplice.net) easy future for complicated people”, sul quale parlo di Social Network, Web Marketing, Social Events, Positive Life e dal quale esprimo la mia necessità di comunicare il valore della vita e delle persone. Come hai iniziato? La mia vita professionale credo sia la testimonianza reale di come non si è mai raggiunto un punto di arrivo. Cerco di essere sintetica: nel ’97 dopo il post diploma in grafica pubblicitaria ho iniziato a lavorare come freelance. Nel ’99 ho aperto una società che offriva servizi di grafica pubblicitaria annessa a una stamperia digitale. Nel 2001 ho subito un allagamento (sì, hai letto bene…). Alla faccia dell’aiuto ai giovani ho dovuto chiudere la mia attività perché non avevo possibilità...
SEO, marketing digitale e local: intervista a Luca Bove
Interessante parlare con le persone che vedono il mondo del Web Marketing, in particolar modo quello della SEO, come un blocco monolitico, senza sfumature e senza evoluzioni. Ancora più interessante parlare con chi tende a sottostimare l’importanza del settore local e della specializzazione delle diverse figure professionali in quest’ottica. Local vuol dire seguire le esigenze […]
Interessante parlare con le persone che vedono il mondo del Web Marketing, in particolar modo quello della SEO, come un blocco monolitico, senza sfumature e senza evoluzioni. Ancora più interessante parlare con chi tende a sottostimare l’importanza del settore local e della specializzazione delle diverse figure professionali in quest’ottica. Local vuol dire seguire le esigenze del singolo, local vuol dire adattarsi alla domanda della nicchia, local vuol dire rispondere in tempi brevi a una domanda precisa fatta da un telefonino. Devi essere rapido, preciso, duttile. E ci sono persone in grado di ottimizzare i risultati di un’attività in quest’ottica. Persone come Luca Bove! Chi sei e di cosa ti occupi? Sono Luca Bove e mi occupo di Marketing Digitale, in particolare di Search Marketing, alla IM Evolution srl. Ho iniziato nel 2000 come SEO poi per necessità ho dovuto allargare il campo d’azione al marketing in maniera più olistica, a causa delle evidenti interazioni tra i vari strumenti e tra i vari media. Mi è rimasta la passione per la SEO e in particolare dal 2007 mi sono specializzato nella Local SEO. Come hai iniziato? Subito dopo la laurea in informatica ho iniziato a lavorare nel reparto tecnico di una banca. Poi arrivò la New Economy e nel 2000 insieme ad altri ragazzi ci buttammo nella mischia creando la prima agenzia che ebbe anche commesse importanti e dove iniziai ad occuparmi di marketing digitale in maniera professionale. Per formarsi esistevano pochi weblog (non si chiamavano ancora blog), c’erano tanti forum con molto rumore di fondo dove si imparava tanto, si apprendevamo l’uso di nuovi strumenti e di nuove tecnologie, leggevamo...
Social e webwriting: intervista ad Alessandro Pozzetti
Social media marketing e web writing, un binomio perfetto. A volte tendiamo a separare queste professioni ma nella maggior parte dei casi sono allineate, quasi combacianti. Chi lavora con le parole sul web deve conoscere i meccanismi dei social (e non solo), chi si occupa di social non può ignorare la scrittura. Scrivere bene, scrivere […]
Social media marketing e web writing, un binomio perfetto. A volte tendiamo a separare queste professioni ma nella maggior parte dei casi sono allineate, quasi combacianti. Chi lavora con le parole sul web deve conoscere i meccanismi dei social (e non solo), chi si occupa di social non può ignorare la scrittura. Scrivere bene, scrivere per il web e per i social, non è semplice. C’è bisogno di conoscenza, c’è bisogno di professionalità. Ed è per questo che nelle nostre interviste non mancano mai specialisti del settore writing. Tra i primi che abbiamo intervistato ricordiamo Michele Papaleo, oggi invece è il turno di Alessandro Pozzetti: benvenuto su MediaBuzz e nel gruppo delle eccellenze italiane. Chi sei e di cosa ti occupi? Sono Alessandro Pozzetti (forse alcuni mi conoscono come APclick), ho 31 anni, una moglie, un cane (Oscar) ed un gatto (Gianni). Mi nutro per lo più di tortellini in brodo e di social media. Ecco, questi ultimi ho pensato bene di farli diventare una vera e propria professione nel 2012, con tutti i vantaggi e svantaggi del caso. Nel 2013 ho pensato bene di approfondire anche la parte writing – una mia vecchia passione – aprendo un blog apclick.it che, a distanza di nemmeno un anno e di una ottantina di articoli scritti, mi sta dando davvero molte soddisfazioni (infatti lo tratto come un figlio!). Come hai iniziato? Questo è un tasto dolente, nel senso che non vorrei mai ricordarlo. Io ho iniziato grazie ad un terremoto; difficile da credersi ma è così. Prima di maggio 2012, l’avvenimento che ha sconvolto e distrutto la maggior parte dei paesi della bassa...
Il segreto della condivisione: intervista a Salvatore Russo
Basta fare un po’ di web surfing per capire che c’è un gran fermento in giro quando si parla di Google Plus. Puoi usarlo come feed reader, come strumento per condividere contenuti di qualità o addirittura come newsletter. Google Plus è uno strumento fondamentale soprattutto per costruire la propria autorevolezza, e per creare conversazioni virtuose. […]
Basta fare un po’ di web surfing per capire che c’è un gran fermento in giro quando si parla di Google Plus. Puoi usarlo come feed reader, come strumento per condividere contenuti di qualità o addirittura come newsletter. Google Plus è uno strumento fondamentale soprattutto per costruire la propria autorevolezza, e per creare conversazioni virtuose. Qui sul blog MediaBuzz abbiamo già intervistato esperti del fenomeno Google Plus, tra questi voglio ricordare Michaela Matichecchia e Cinzia di Martino. Oggi voglio chiudere il cerchio (anzi, la cerchia) e presentare un altro pezzo da novanta legato a Google Plus: Salvatore Russo. Chi sei e di cosa ti occupi? Sono Salvatore Russo, nato della ridente e solare Manfredonia, vivo a Milano e desidero la pace nel mondo. Dal 2011 mi occupo della direzione marketing di 6sicuro.it di cui sono anche l’ideatore del blog, coordinatore generale e il principale punto di riferimento dell’intera squadra di blogger e giornalisti. Pratico spesso il Social GYM, esercizi creativi che tonificano i muscoli del cervello, rivitalizzano e ampliano il networking professionale e danno vita ad iniziative dal forte valore empatico tipo SocialEroi, #catzapproved e #smarmellare per citare quelli più famosi. Racconta come hai iniziato L’avventura è iniziata nel ’98 come selvaggio freelance, mi occupavo soprattutto di consulenza aziendale in ambito marketing, programmazione e formazione. La docenza è stata una palestra fondamentale, avevo almeno un corso al giorno con circa 30 partecipanti ed è durata così per 6 anni. Ho avuto la fortuna di lavorare per importanti brand e sperimentare molteplici modelli organizzativi, ambienti di lavoro, sistemi gestionali, approcci al marketing e customer service. Nel 2003 all’ennesimo lavoro da freelance...










