Social e webwriting: intervista ad Alessandro Pozzetti

Social e webwriting: intervista ad Alessandro Pozzetti

Social media marketing e web writing, un binomio perfetto. A volte tendiamo a separare queste professioni ma nella maggior parte dei casi sono allineate, quasi combacianti. Chi lavora con le parole sul web deve conoscere i meccanismi dei social (e non solo), chi si occupa di social non può ignorare la scrittura. Scrivere bene, scrivere per il web e per i social, non è semplice. C’è bisogno di conoscenza, c’è bisogno di professionalità. Ed è per questo che nelle nostre interviste non mancano mai specialisti del settore writing. Tra i primi che abbiamo intervistato ricordiamo Michele Papaleo, oggi invece è il turno di Alessandro Pozzetti: benvenuto su MediaBuzz e nel gruppo delle eccellenze italiane. Chi sei e di cosa ti occupi? Sono Alessandro Pozzetti (forse alcuni mi conoscono come APclick), ho 31 anni, una moglie, un cane (Oscar) ed un gatto (Gianni). Mi nutro per lo più di tortellini in brodo e di social media. Ecco, questi ultimi ho pensato bene di farli diventare una vera e propria professione nel 2012, con tutti i vantaggi e svantaggi del caso. Nel 2013 ho pensato bene di approfondire anche la parte writing – una mia vecchia passione – aprendo un blog apclick.it che, a distanza di nemmeno un anno e di una ottantina di articoli scritti, mi sta dando davvero molte soddisfazioni (infatti lo tratto come un figlio!). Come hai iniziato? Questo è un tasto dolente, nel senso che non vorrei mai ricordarlo. Io ho iniziato grazie ad un terremoto; difficile da credersi ma è così. Prima di maggio 2012, l’avvenimento che ha sconvolto e distrutto la maggior parte dei paesi della bassa...
Google Plus: quel dettaglio che fa la differenza

Google Plus: quel dettaglio che fa la differenza

Ormai hai capito come si muove il mondo, e hai colto l’importanza di Google Plus: non un semplice social ma una piattaforma che rappresenta la tua persona attraverso Google. Un concetto complicato, ma che trova massima esplicazione attraverso l’authorship. Un tempo i contenuti erano anonimi. Cioè, potevano essere firmati o meno (magari portavano quella triste […]

Ormai hai capito come si muove il mondo, e hai colto l’importanza di Google Plus: non un semplice social ma una piattaforma che rappresenta la tua persona attraverso Google. Un concetto complicato, ma che trova massima esplicazione attraverso l’authorship. Un tempo i contenuti erano anonimi. Cioè, potevano essere firmati o meno (magari portavano quella triste etichetta della redazione), ma agli occhi di Google la differenza era inesistente. Oggi, invece, Mountain View ti dà la possibilità di attribuire un tassello importante al contenuto per decretarne la qualità: la tua persona. E poi c’è la possibilità di inserire l’avatar nella serp, vicino ai propri risultati. Sfoglio la pagina e vedo il mio autore preferito: mi lancio con un clic veloce come una freccia perché spicca graficamente nella lista dei risultati. Ma, soprattutto, perché mi fido di quel nome e voglio leggere i suoi contenuti. Certo, lo so che John Mueller ha detto che si stanno muovendo nella direzione opposta e che vogliono togliere le foto dalle serp. Ma il valore dell’authorship non viene messo in discussione e comunque Google Plus non è solo questo. La tua domanda: come posso migliorare la mia presenza su Google Plus? Te lo dico io: partendo dai dettagli. Sono sempre i dettagli che fanno la differenza. Attenzione al motto Sai qual è? Quella stringa che si trova nella pagina informazioni, nella colonna dedicata alla storia. Nella maggior parte dei casi inseriamo la prima frase ridicola che ci passa per la testa, ma è un errore. Un grave errore. Motivo? Quella stringa verrà visualizzata nella hovercard, ovvero l’anteprima del tuo profilo che appare quando qualcuno ti cita nei post o...
Scrivere per il web: intervista ad Alessandro Scuratti

Scrivere per il web: intervista ad Alessandro Scuratti

Scrivere per il web non è un gioco da ragazzi, non è un’attività da lasciare ai margini di un progetto. Ormai i testi si sono guadagnati un posto di tutto rispetto nell’economia di un sito web, e quando decidi di sfruttare la forza del blogging devi puntare molto sui contenuti scritti. Chi crede che la scrittura per […]

Scrivere per il web non è un gioco da ragazzi, non è un’attività da lasciare ai margini di un progetto. Ormai i testi si sono guadagnati un posto di tutto rispetto nell’economia di un sito web, e quando decidi di sfruttare la forza del blogging devi puntare molto sui contenuti scritti. Chi crede che la scrittura per il web sia un compito da lasciare al nipote diplomato in ragioneria sbaglia, e neanche poco. Esistono delle figure specializzate, dei professionisti che lavorano ogni giorno con le parole, con i piano editoriali, con le pagine cartacee e digitali. Alessandro Scuratti è una di queste figure: perché non lo intervistiamo? Chi sei e di che cosa ti occupi? Innanzitutto un saluto. Grazie di questa bella opportunità! Sono un business writer che, a cavallo del Duemila, ha fatto il salto dalla carta al web. Di che cosa mi occupo oggi? Creo contenuti per il web. Non riesco a esser più preciso di così, dal momento che la mia curiosità mi ha portato nel tempo a interessarmi di vari aspetti del web, non solo di quelli legati alla scrittura online. Ma in fin dei conti sono rimasto un redattore: mi sforzo di creare contenuti di qualità. Racconta come hai iniziato. Nel 2000, la fidanzata di allora mi regalò per il compleanno – su mio consiglio – il libro “Web Usability” di Jakob Nielsen. La sua lettura mi entusiasmò, già dalle prime pagine. “Fico” pensai “potrei trasferire le mie competenze dalla carta al web”. E così è successo! In effetti, subito dopo frequentai un corso annuale di “Web content editor”, anche se il grosso della mia formazione è stata...
Perché il tuo contact form non converte?

Perché il tuo contact form non converte?

Il contact form è quell’elemento di una pagina web che ha come obiettivo l’invio di un messaggio. In particolar modo viene utilizzato nelle pagine contatti per facilitare l’invio di email, e nelle landing page. In questo caso, però, l’obiettivo è più delicato. In una pagina contatti generica cerchi di facilitare la comunicazione, in una landing […]

Il contact form è quell’elemento di una pagina web che ha come obiettivo l’invio di un messaggio. In particolar modo viene utilizzato nelle pagine contatti per facilitare l’invio di email, e nelle landing page. In questo caso, però, l’obiettivo è più delicato. In una pagina contatti generica cerchi di facilitare la comunicazione, in una landing page devi convertire. Ovvero devi sfruttare la visibilità del sito web per ottenere quello che cerchi, per convertire, per trasformare i visitatori in clienti, lettori fidelizzati, download. Il contact form, quindi, è un elemento chiave delle pagine più importanti del tuo sito web. Sai che potrebbe bastare un dettaglio per migliorare le prestazioni delle tue pagine? Ne ho elencato un paio in questo articolo: Numero dei campi La base è questa: devi inserire solo i campi necessari. Inutile chiedere mille dettagli a un utente che non ha alcuna voglia di perdere tempo e compilare l’ennesimo form. Tu vuoi sapere il nome e cognome, l’email e la richiesta? Bastano tre campi. Ovviamente tutto dipende dagli obiettivi del form (ci sono casi in cui è necessario per il tipo di operazione avere più campi) ma i dati di alcune ricerche (immagine sopra) sono chiari: aumenta il lavoro da fare per l’utente e diminuiscono le conversioni. Rassicura L’utente ha bisogno di essere rassicurato, vuole sapere che cosa farai con i suoi dati. Lascia una stringa di testo per spiegare che non riceverà spam e che il suo contatto sarà utilizzato solo per questioni relative al messaggio inviato. Per aumentare la sicurezza in termini di privacy cita le norme che rispetterai o, meglio ancora, inserisci un pop up con un’informativa completa...
Abbiamo bisogno di un content marketing team

Abbiamo bisogno di un content marketing team

In principio era il lavoro diviso in settori chiari, distinti, non influenzati. In principio si lavorava così, divisi da compartimenti stagni: da una parte c’era il SEO, da un’altra parte c’era il settore social e poi la grafica. Il webwriter non c’era ancora. Poi i motori di ricerca hanno dettato un passo differente, hanno iniziato […]

In principio era il lavoro diviso in settori chiari, distinti, non influenzati. In principio si lavorava così, divisi da compartimenti stagni: da una parte c’era il SEO, da un’altra parte c’era il settore social e poi la grafica. Il webwriter non c’era ancora. Poi i motori di ricerca hanno dettato un passo differente, hanno iniziato a puntare su contenuti di qualità. E i social hanno acquisito un peso diverso in una strategia di web marketing. Il lavoro isolato, diviso in reparti indipendenti, è diventato obsoleto. Anzi, è diventato controproducente. Perché il risultato è nettamente inferiore quando si ostacolano le sinergie tra il tuo gruppo di lavoro. Facciamo un esempio banale: il webwriter. Chi scrive contenuti per il web deve essere in piena sintonia con le persone che si occupano della SEO, e deve collaborare con la sezione social e perfino con il reparto che si occupa del customer care. Il motivo? Tutto deve seguire una linea editoriale, un tone of voice definito. Ognuno ha le proprie competenze, certo. Ogni settore del tuo business ha delle conoscenze specifiche, delle attività che non possono essere condivise con gli altri membri del team. Ma in un content marketing team, ovvero in una squadra che vuole studiare e creare i contenuti necessari per promuovere la tua attività, c’è bisogno di una sinergia di fondo. Il punto è semplice: i motori di ricerca e gli utenti hanno sete di contenuti. E per migliorare la produzione di questo “nettare” così prezioso per la tua attività hai bisogno di comunicazione, di collaborazione tra i diversi settori. Certo, tutto vero. Ma ha anche bisogno di una figura...
Social media marketing: forse non conosci questi tool…

Social media marketing: forse non conosci questi tool…

Lo sai che per fare social media marketing hai bisogno di conoscenze specifiche? Non puoi lanciarti in questa avventura senza conoscere il linguaggio, le metriche, le abitudini degli utenti e le caratteristiche della piattaforma. Il social media marketing è un settore che ha bisogno di competenze. Punto. Su questo non si discute. Poi ci sono […]

Lo sai che per fare social media marketing hai bisogno di conoscenze specifiche? Non puoi lanciarti in questa avventura senza conoscere il linguaggio, le metriche, le abitudini degli utenti e le caratteristiche della piattaforma. Il social media marketing è un settore che ha bisogno di competenze. Punto. Su questo non si discute. Poi ci sono i ferri del mestiere, quei tool che puoi usare per interagire con i social. Ci sono alcuni ostacoli che puoi superare solo con il tool giusto. Tu hai già creato una cartella sul browser con tutti gli strumenti per operare nel migliore dei modi possibili? Ti lascio alcuni indirizzi che (forse) non conosci. Twitonomy Per gestire i social, e in particolar modo Twitter, c’è Hootsuite. Ma l’alternativa che io consiglio è Twitonomy. Ovvero una piattaforma per analizzare tutte le azioni che ruotano intorno al tuo account Twitter come i retweet, le menzioni, le parole chiave. Io lo uso soprattutto per la sua funzione followback: in un attimo ti dice chi ti segue, chi non ti segue più e chi ha abbandonato l’account. Ci sono persone che non twittano da anni! Perfetto anche per monitorare le liste di Twitter! Datawrapper Devi creare delle presentazioni efficaci su una pagina web? Devi rappresentare dei grafici in modo interattivo e non banale? Ti consiglio Datawrapper, applicazione dedicata esclusivamente all’elaborazione e alla rappresentazione dei dati. Un motivo in più per usare Datawrapper? Te ne lascio due: riduce il tempo del tuo lavoro in modo drastico, è un software libero. Meglio di questo… Onepress Social Locker Il modo migliore per valorizzare i tuoi contenuti online. Si tratta di Onepress Social Locker, un...